
Suonare News – Ottobre 2020
Debutto discografico per la casa discografica Suonare Records
Elia Cecino è fresco di vittoria al Premio Venezia, il prestigioso concorso pianistico che elegge il miglior diplomato in pianoforte dell’anno nei conservatori italiani. Un riconoscimento che in passato ha laureato pianisti che in seguito hanno fatto una luminosa carriera, tra gli altri, Maurizio Baglini, Roberto Prosseda, Andrea Bacchetti, Giuseppe Albanese, Alberto Nosè, Mariangela Vacatello, Giuseppe Andaloro, Alberto Ferro.
Il 19enne pianista trevigiano è giustamente orgoglioso di questa importante vittoria che gli ha permesso di registrare un CD che questo mese viene allegato a Suonare News. Lo abbiamo incontrato ed è stata l’occasione per farci raccontare la sua passione per la musica, i suoi studi e i suoi obiettivi.
⌈ A che età ti sei avvicinato al pianoforte e com’è nata la passione per la musica? ⌋
L’incontro col pianoforte è avvenuto casualmente all’età di 9 anni quando i miei genitori, tra le varie attività extra scolastiche, mi hanno proposto l’iscrizione a una scuola di musica. La passione si è sviluppata velocemente grazie all’entusiasmo della mia insegnante e alla sua classe in cui diversi studenti suonavano già a livello avanzato.
⌈ Quali sono stati i tuoi maestri e quali sono secondo te le caratteristiche un grande insegnante? ⌋
L’insegnante deve essere una figura empatica che intuisce, rispetta e valorizza le caratteristiche peculiari di ogni studente. Nel corso degli anni lo incoraggia a conoscere diverse realtà musicali ma allo stesso tempo resta saldo punto di riferimento con cui confrontarsi per le valutazioni di percorso. Riscontro queste caratteristiche in tutti gli insegnanti che stanno contribuendo alla mia formazione, la mia prima insegnante Maddalena De Facci tutt’ora al mio fianco così come Eliso Virsaladze e Andrzej Jasinski, due personalità del mondo pianistico molto diverse ma assolutamente complementari con i quali dal 2018 mi sto perfezionando. Ci sono stati poi pianisti di cui ho periodicamente frequentato lezioni e i master class che sicuramente hanno influito in modo particolare nella mia crescita tra cui i maestri Riccardo Risaliti e Giampaolo Nuti.
⌈ L’anno scorso hai vinto il Premio Venezia riservato ai migliori diplomati in pianoforte nei Conservatori italiani e che mette in palio un ricco montepremi. Ti aspettavi di vincere? ⌋
Quando ci si approccia a un concorso si lavora chiaramente con l’obiettivo di arrivare alla fase finale ma è impossibile prevedere il decorso che dipende da molteplici fattori. Nel caso del Premio Venezia sono stato soddisfatto di essere riuscito a dare il meglio di me dato che si è trattato di un concorso faticoso perché le diverse prove si svolgono tutte in giorni susseguenti.
⌈ Prima del Premio Venezia ti eri affermato in numerosi concorsi di esecuzione, come il “Pozzoli” di Seregno, il “Casagrande” di Terni, lo “Schumann” di Dusseldorf, il “Città di Albenga” e altri ancora. Quanto sono importanti i concorsi per un giovane musicista che vuole tentare la carriera concertistica? ⌋
I concorsi sono opportunità formative che consentono di porsi obiettivi a medio e lungo termine ma non vanno considerati la meta più importante per un giovane musicista. I concorsi rendono possibile il confronto con giovani musicisti di diversa tradizione, il feedback da parte di eminenti pianisti e anche la conquista di borse di studio che consentono di investire più serenamente sulla propria formazione e sul futuro.
⌈ I giovani sognano quasi sempre una carriera solistica, tu invece apprezzi anche fare musica da camera. Che differenza c’è quando si sale sul palcoscenico da soli o in ensemble? ⌋
La musica da camera è una continua fonte di crescita perché lavorando con altri strumenti si impara ad ascoltare in modo più approfondito il proprio. Comunicare con il pubblico diventa un compito più delicato perché è mediato dalla qualità di dialogo di fiducia e di collaborazione che si instaura tra i musicisti.
⌈ Questo mese i lettori di Suonare News potranno ascoltarti nel tuo CD di debutto. Come hai scelto il programma e che cosa rappresenta per un giovane che vive nell’epoca di Internet registrare un CD? ⌋
Il CD rappresenta un documento del pensiero che guida la propria ricerca. L’artista consegna fisicamente il proprio lavoro nelle mani dell’ascoltatore inducendolo a un ascolto più riflessivo e meno indotto allo zapping di quanto non avvenga online. In questo disco ho pensato di celebrare il 250° beethoveniano registrando due sonate poco eseguite, l’op. 31. n. 1 e l’op. 54, dai tratti ironici e teatrali. Ho poi accostato la Polacca op. 44 di Chopin alla Terza Sonata di Skrjabin, poemi drammatici pervasi da momenti di serenità idilliaca che vengono dolorosamente negati dal destino crudele.
⌈ Il 2020 verrà ricordato per il flagello del Covid. Come hai vissuto il lungo periodo di lockdown e che effetto ti ha fatto tornare ad esibirti dal vivo? ⌋
Ho organizzato le giornate in modo da immergermi nello studio di composizioni nuove senza tralasciare i programmi che mi avrebbero atteso alla riapertura con tutte le incognite del caso. Ho colto alcune delle opportunità online che mi sono state offerte ma non è stato facile gestire il mondo virtuale e nel ritorno i concerti dal vivo ho provato un profondo senso di liberazione.
Filippo Michelangeli
Suonare News
Ottobre 2020