
La Repubblica Bologna
A 11 anni vinse il concorso pianistico “Baldi” di Bologna. Oggi ne ha 19 ed è ormai un musicista affermato, consacrato alla ribalta nazionale.
Quando lo rivinse tre anni dopo si capì che il trevigiano Elia Cecino non era più (solo) un bambino prodigio. L’anno scorso, sbaragliando anche il Concorso “Premio Venezia”, che premia i migliori diplomati dei Conservatori italiani, si è definitivamente consacrato alla ribalta nazionale.
Solo l’età giovanissima, classe 2001, diciannove anni, frena ogni altra considerazione su questo pianista già maturo abbastanza per confrontarsi con la Sonata op. 35 di Frederic Chopin, quella che custodisce nel suo centro la celebre “Marcia funebre”, uno dei brani presenti nel concerto di stasera alle 21, non nel conclave di un concorso ma nel cortile dell‘Archiginnasio per la rassegna “PianoFortissimo & Talenti”. Bologna Festival lo aveva ma già invitato in aprile, poi il coronavirus congelato tutto, anche gli effetti della vittoria del “Premio Venezia”, che garantisce sempre al primo classificato un lungo itinerario concertistico in tutta Italia.
Dopo la pausa forzata, Cecino si sta così riprendendo pezzo dopo pezzo quello che gli era stato tolto. Per una coincidenza irripetibile, siederà al pianoforte allo stesso orario e a tre chilometri in linea d’aria da Gino Brandi, collega di 71 anni più anziano, cosicché la scelta dell‘appassionato oggi dovrà dividersi necessariamente tra la storia e l’avvenire del pianoforte. E se l’incertezza dovesse perdurare, c’è sempre il concerto sinfonico di Michele Mariotti nella platea del Teatro Comunale, visibile anche in streaming. La città della musica classica, insomma, é tornata a pieno regime, anche in queste singolari sovrapposizioni di date e orari, tanto più evitabili vista la necessaria rarefazione del pubblico.
Oltre a Chopin, Cecino ha voluto omaggiare i 250 anni della nascita di Ludwig van Beethoven, proponendone due Sonate, non tra le più conosciute: la prima dell’opera 31 e la Sonata n. 22 op. 54 che con i suoi due movimenti, anziché tre, fece pensare che Beethoven avesse consegnato un lavoro incompleto. Ma non lo era. Forse più semplicemente era una scelta di estrema libertà formale, fondata solo sui presupposti della fantasia e dell’ironia, se si considerano i voluti anacronismi di certi passaggi che sembrano fare il verso ai compositori di epoca rococò.
Sorride Cecino, in tutte le foto che lo ritraggono. E fa bene. Dall’età di quattordici anni s’esibisce regolarmente in Italia e all’estero. Nel 2016 ha pure preso parte alla trasmissione di Rai Uno “Prodigi”. E stasera può anche dimostrare di esserlo.
Luca Baccolini
La Repubblica Bologna
25 giugno 2020