
La Tribuna di Treviso
Elia Cecino ha vinto il prestigioso Premio Venezia.
«Fare concorsi mi ha aiutato. Ora terrò molti concerti»
Ha appena vinto uno dei concorsi pianistici più prestigiosi, il Premio Venezia, riservato ai pianisti fino ai 24 anni diplomati con il massimo dei voti nei Conservatori italiani. Ma Elia Cecino, diciottenne di Casale sul Sile lo racconta con la naturalezza di chi è già abituato alla competizione, poiché i concorsi ha cominciato a frequentarli a 12 anni e ne ha già vinti oltre sessanta, nazionali e internazionali. Laureatosi in pianoforte al Conservatorio di Cesena a soli 17 anni, con il massimo dei voti e la lode, è allievo di Maddalena De Facci, che continua ad essere la sua guida più importante anche ora che frequenta corsi di perfezionamento alla Scuola di Musica di Fiesole e all’Accademia di Stradella.
⌈ A leggere il tuo lungo curriculum ci si chiede: ma come ha fatto a fare tutto questo a soli 18 anni? ⌋
«Ho ottimizzato i tempi! Infatti, ho cominciato a studiare a 9 anni – un po’ in ritardo rispetto a molti altri – e quasi casualmente, sondando le possibili attività extra-scolastiche. Dopo tanti sport e dopo essermi avvicinato alla chitarra, sono rimasto affascinato dal pianoforte. Quando poi ho cominciato a frequentare i concorsi pianistici, a 12 anni, ho capito che quella era la mia strada e ho iniziato a studiare molto più intensamente».
⌈ L’esperienza dei tanti concorsi affrontato è stata utile per vincere il Premio Venezia? ⌋
«Sicuramente. Suonare per una commissione è molto diverso dal suonare per il pubblico, ma averlo già fatto molte volte mi ha reso molto sereno. Inoltre, le prove del Premio Venezia erano molto ravvicinate e saper gestire lo stress è stato importante, anche perché ho voluto presentare quattro programmi totalmente diversi per stili ed epoche per offrire un quadro completo di me, ed anche questo è stato apprezzato dalla giuria».
⌈ Ritieni che i concorsi siano utili per affermarsi come concertista? ⌋
«Partecipare ai concorsi è sempre utile per crescere come sempre utile per crescere come interprete, ma anche per confrontarsi con altri pianisti, e farsi conoscere da grandi maestri. Senza contare che la vittoria significa anche tenere molti concerti: quelli per il Premio Venezia saranno ben ventuno. Grazie ai concorsi ho sempre viaggiato molto ho conosciuto tanti musicisti fermati, ho imparato moltissimo e, non da ultimo, ho anche vinto parecchi premi in denaro e concerti. Poi, se diventerò concertista o meno si vedrà».
⌈ Il pianoforte richiede passione ma anche molto impegno: come sono le tue giornate? ⌋
«Frequento il liceo linguistico con la formula dell’home-schooling, e suono almeno sette-otto ore al giorno, alternandomi con mia sorella Vera, pianista anche lei. Poi viaggio molto per concorsi e concerti. Il mio tempo libero lo dedico alla mia famiglia che mi è sempre molto vicina e mi supporta tantissimo, e alle mie amicizie, molte delle quali legate al mondo della musica».
⌈ Non ti manca, quindi il tempo spensierato dell’adolescenza? ⌋
«Francamente no. Viaggio molto, e conoscere luoghi e persone sempre diversi è un arricchimento continuo. E amo molto anche le ore dedicate allo studio, incluse quelle che dedico alla musica da camera con altri musicisti».
⌈ E i sogni? ⌋
«Continuare a scoprire le meraviglie della musica e della vita da musicista. Che è impegnativa, ma non saprei immaginarne un’altra».
Marina Grasso
La Tribuna di Treviso
22 ottobre 2019