La giovanissima promessa del piano, vincitore del premio José Iturbi di Valencia, ha incantato il pubblico con un programma complesso e avvincente. Un mix di espressività e alta maestria tecnica per una notte da ricordare
Notte di grande musica al Lauro Rossi, Elia Cecino rapisce il pubblico con un concerto magistrale. Il 59esimo Macerata Opera Festival celebra il pianoforte attraverso una delle grandi promesse dello strumento a livello internazionale, un talento puro che non sarà tanto facile vedere di nuovo sul palco del teatro cittadino. Classe 2001, originario di Treviso, Cecino è un vero virtuoso del piano, in grado di entusiasmare sia per la sua tecnica sopraffina che per la capacità di trasmettere emozioni e pathos attraverso le sue esecuzioni. Già vincitore di vari premi internazionali ha anche ottenuto il massimo risultato al XXII Concurso Internacional del Piano de Valencia “José Iturbi” dove il giovane italiano ha sbaragliato la concorrenza classificandosi primo su oltre 180 colleghi provenienti da tutto il mondo. Cecino, grazie alla collaborazione tra il Macerata Opera Festival e il premio di Valencia, è approdato a Macerata presentando un programma articolato e molto interessante.

Nonostante abbia ottenuto in Spagna anche il premio per la migliore interpretazione di un concerto di Beethoven e per la migliore interpretazione della musica di Chopin, il giovane ha eseguito una selezione di brani incentrati sull’800 e sul 900, ammutolendo letteralmente il pubblico.
In apertura le Varations Sérieuses di Felix Mendelssohn-Bartholdy, seguite dagli Studi Sinfonici di Robert Schumann. Entrambi i componimenti, di elevata difficoltà, possono essere considerati come campionari di ciò che un virtuoso è in grado di produrre su un pianoforte tramite la dimostrazione della propria tecnica e delle possibilità dello strumento stesso. Dopo la pausa, utilizzata anche per un’insolita accordatura dello strumento, il giovane è rientrato per la seconda parte dello spettacolo, conquistando di nuovo i presenti con il suo tocco da vero veterano. Di Béla Bartók la Sonata Sz.80, uno dei componimenti simbolo della creatività del musicista ungherese, dove l’enfasi romantica cede il posto ad un linguaggio depurato, fondato su una scrittura contrappuntistica e modale e sulla rigorosa economia dei mezzi espressivi. Nasce invece da un fatto di cronaca del 1905, la morte di un giovane che manifestava per l’apertura dell’università nazionale, la Sonata di Leos Janácek “Dalla strada”.
Infine, l’ultimo brano in programma, è stato la Sonata n.7 di Sergej Prokof’ev, un misto di momenti struggenti e virtuosismi deliranti, associata al terrore e alla paura del conflitto bellico mondiale evocato sia nel ricordo che nella visione del futuro, ed espressi attraverso suoni a volte onirici, a volte spietatamente martellanti.
Al termine dell’intensa e faticosa prova i presenti, estremamente soddisfatti dell’eccelso livello musicale, hanno chiesto al giovane interprete di continuare con un bis che è arrivato con due brani: Schumann op. 82 dalle scene della foresta e il Preludio e fuga di Sostakovic. Gli extra hanno fatto guadagnare ulteriori apprezzamenti ad Elia Cecino che nel dopo concerto ha ricevuto nel dietro le quinte i complimenti dell’assessore alla cultura Katuscia Cassetta e del direttore artistico del Mof Paolo Pinamonti, giudice anche del concorso “José Iturbi”. Una serata quindi davvero magica di cui i presenti potranno forse un giorno dire: “Noi c’eravamo”.
Marco Ribechi
cronachemaceratesi.it
19 agosto 2023
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